FASCISMO ROSSO!
Ragazzi, ma avete sentito dell'aggressione a Giampaolo Pansa?
Leggetevi questo stralcio di articolo che ho preso dal blog La Pulce Di Voltaire:
'Ieri Giampaolo Pansa, autore de Il sangue dei vinti, è stato aggredito a Reggio Emilia, regno dell'ultradestra rossa, dove è nato il partito comunista combattente delle Brigate Rosse (da una costola del PCI), in una delle zone dove più marcati furono i massacri di socialcomunisti neri, preti e democristiani, all'indomani della Liberazione dal socialcomunismo nero (AKA fascismo).
Aldo Cazzullo, del Corriere della Sera, era presente all'azione squadrista. La sua cronaca dice tutto:
In quel momento nella sala entra un giovane dalla testa rasata, scaraventa una copia de "La grande bugia" sul tavolo, si avventa contro Pansa e urla: "Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza!". Entrano di corsa venti giovani dei centri sociali, alcuni di Reggio, altri venuti da Roma. Lunghi capelli con le treccine, pugni chiusi. Occupano la sala, srotolano striscioni rossi con le scritte "Revisionisti assassini" e "Ora e sempre Resistenza", cantano in coro "Bella Ciao". La sala è strapiena, e ognuno reagisce a modo suo. Un gruppo di ragazzi di destra si scaglia contro i contestatori, tenta di strappare le bandiere rosse, volano spintoni e insulti. Ma pure alcuni ex partigiani si ribellano: "Siamo comunisti da cinquant'anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!". Altre botte, altri insulti. Dalla prima fila, dove siedono tra gli altri il direttore della Mondadori (...)
Il cronista del Corriere tenta di convincere i più disponibili al dialogo a leggere un comunicato e andarsene. "La sala è occupata, sarete voi ad andarvene!". Altri cori di Bella Ciao, minacce, tafferugli con i fotografi. Vengono distribuiti volantini: "Pansa prezzolato/con l'infamia c'hai speculato". Dalla sala ritmano: "Libertà!". I ragazzi dei centri sociali urlano: "Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!". Coro di "buuu". Pansa tenta di farli ragionare: "Non state rendendo un servizio alla memoria dei partigiani". Alla fine arrivano tre volanti della polizia e la sala viene sgomberata'.
Mamma mia!
Non ci sono parole...
anzi sì, ora che ci penso bene, qualcosa di dire ce l'ho: VERGOGNATEVI!
SIETE COME I FASCISTI!
19 Comments:
ja, vergogna
L'epurazione alla fine della guerra è un fatto assodato, lo sappiamo bene in provincia di Brescia, per ovvi motivi storici (Salò e ad es strage nelle cave a Botticino).
Non è una novità comunque che i fascisti rossi si dilettino in aggressioni fisiche e verbali. E' solo un dettaglio che solo dopo 60 anni si parli di queste cose?! I fascisti rossi li vediamo all'opera quasi tuti i sabati in manifestazioni non autorizzate in molte città d?Italia, con il benestare di tutte le questure, così celeri nel difendere i tossicoparlamentari e così mute contro queste continue violazioni delle regole.
sono anni che ai centri sociali e agli okkupanti è concesso tutto mentre ai normali cittadini (che mandano avanti la baracca) alle volte non è nemmeno garantita la libertà di esoressione...vedi fatti di Reggio.
Olé...
k.hiei che intendi con olè...
E' vergognoso ragazzi!
ja,
I morti non hanno colore, gli errori del passato vanno condannati, ne sono stati fatti in nome di entrambe queste ideologie totalizzanti e totalitarie, a noi dovrebbe restare la memoria e il monito.Sarebbe ora di toglierci di dosso questa logica della vittoria che divide i caduti in martiri e giustiziati e non li mostra per ciò che sono: vittime dello stesso odio; che non ci permette di andare avanti e finalmente lasciarci alle spalle quelle scocche bandiere che tanto male hanno fatto al mondo, quelle sciocche bandiere rosse e nere.
Intendo semplicemente dire"Eccone Un Altra!",in modo negativo.
meno male che te ne sei accorto |||
Non confondiamo, per favore, i veri fascisti con un gruppetto di contestatori
Per fortuna che almeno andryyy fa dei distinguo, qui dentro.
Prima di dare del fascista a degli estremisti di sinistra e di parlare di aggressione verso il signor Pansa, che da qualche giorno è lì che se la ride e in ottima salute, potreste provare a leggere, oltre agli altisonanti articoli di giornalisti italiani sempre pronti ad esorbitare dai fatti, il comunicato dei contestatori di Pansa:
io l'ho messo sul mio blog
www.pistorius.splinder.com
Lorenzo Galbiati
Per quanto mi riguarda gli estremisti di sinistra e di destra li condanno in quanto tali, poichè antidemocratici e antiliberali per costituzione.
"Siamo comunisti da cinquant'anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!". Quoto.
E'vero che bisogna distinguerli dai fascisti, ma il metodo non è affatto democratico. Io vivo in questa Costituzione e condanno chi non la rispetta (parlo sempre di fenomeno/metodo e prescindo, qui, dai contenuti).
Andryyy cosa dici?
Contestatori?
Ma per favore!
Quelli sono dei VIGLIACCHI!
Ma hai visto il video dell'aggrssione almeno?
Ti consiglio vivamente di dargli uno sguardo se ti capita!
Poi fammi sapere.
Ciao.
GIOCHINO:
quei ragazzi XXX non hanno accettato che qualcuno di loro potesse tradire la fede XXX. Nessuno può tradire il dogma XXX e pensare di farla franca. Avere dei dubbi sulla fede XXX, vedere una verità diversa da quella fede è tradimento. I traditori devono essere puniti.
ED ORA provate a sostituire la parola XXX con fascisti/fascista oppure con comunisti/comunista ed infine con musulmani/musulmana:
Curioso non trovate? Tre fedi così diverse e così schifosamente intolleranti per la stessa fanatica ragione.
Sostituisci ad X la parola fascista, comunista, musulmano e la frase non perde mai di senso o di terrificante intensità.
Come vedete, non c'è alcuna differenza.
Intervengo di nuovo, perchè sono andato a leggermi il comunicato dei contestatori sul blog di Lorenzo Galbiati.
Interessante, quel comunicato.
Un miscuglio mieloso ma non troppo di passione bellicosa e buonistica allo stesso tempo.
Tanta passione e tanta concitazione, nei giovani comunisti.
La convinzione di aver ragione, la voglia di sputare in faccia a chi dice il contrario, o di dargli quanto meno uno schiaffone, poi la mano alzata per farlo, quindi subito ritirata, perchè loro sono buoni, in definitiva, ed i fascisti sono gli altri.
Dei "Peppone" del 2000, praticamente.
Più di 500 km fatti per "IMPEDIRE uno sfregio alla memoria della nostra storia", marinando la scuola, e giunti là che fanno?
Giunta là, la montagna partorisce un topolino. Restituiscono semplicemente il libro a Pansa, con allegato un omaggio, il "mio primo libro di storia", piccolo capolavoro dove gli autori, dovendosi rivolgere ai poco più che bebè future promesse del socialismo, narrano il nostro passato pesando ogni parola col bilancino da farmacista, al contrario di quel cattivone di Pansa che invece ha decisamente sbragato.
Pansa fascista, non si può dire. Perchè tutti sappiamo che è ed è sempre stato rosso trinariciuto.
Anzi, espertissimo capoclac degli studi televisivi del Santoro dei tempi d'oro, grande antagonista di Giuliano Ferrara, e quindicomesipermettedicrivere quellochehascritto.
Ed infatti non lo dicono, che è fascista.
Però i fascisti c'erano in sala, gridavano viva il duce, e tanto basta per sequestrare il tesserino del diritto di parola a Pansa e tacciarlo come frequentatore di fascisti.
Così con i giovani comunisti da una parte, che pur non avendo visto nulla negli anni della resistenza perchè non c'erano, sanno comunque tutto perchè loro studiano i libri di storia per bambini e per adulti, ed i fascisti dall'altra, cioè il solito manipolo di idioti che spera di avere delle erezioni più consistenti gridando viva il duce nel 2006, si perde un'occasione importante per vedere quel che succede quando un giornalista comunista decide, raggiunta l'età della pace dei sensi, di fare il giornalista e basta, e raccontare semplicemente quel che ha visto e conosciuto senza i filtri della politica.
Dalle mie parti la grande bugia è ben nota da sempre.
I partigiani, per una buona che ne facevano, subito ne facevan 2 così così, e qui eran più temuti per le razzie di uova e galline che compivano nelle cascine, che non per le azioni di guerriglia.
Io non ero ancora nato, ma un mio caro amico è il nipote del farmacista del paese di quell'epoca. Il nonno, persona benvoluta e grande benefattore della comunità, intellettualmente onesto e cortese e generoso con chiunque, fu barbaramente fucilato una mattina da un plotone di "partigiani comunisti" (ben conosciuti qui in zona, non fascisti travestiti) che dopo aver vissuto un anno alla macchia, belli grassi per le razzie di cibarie compiute nelle cascine con il mitra in mano nel nome della resistenza, compirono la loro prima eroica azione di "guerriglia" quando seppero con certezza che gli americani erano alle porte, questione di ore.
Così, certi di non rischiare rappresaglie, arrivarono in paese per fucilare i fascisti ma non trovandone pensarono bene di fucilare il farmacista, che, per logica comunista, essendo benestante doveva essere per forza anche fascista.
Quel fatto non è stato ancora dimenticato nel mio paese, che è il comune dove da sempre i partiti comunisti hanno la percentuale elettorale più bassa di tutta la regione.
Per contro ve n'è stato un altro, di fatto interessante, nel mio paese.
Una mattina il comandante locale della stazione fascista, intimò l'alt ad uno sconosciuto che stava camminando verso la stazione per prendere il treno. Lo sconosciuto non udì l'alt (era giorno di mercato, e c'era baccano) ed il fascista estratta la pistola gli tirò alle spalle, freddandolo.
Quell'uomo era un onesto commerciante di uve, venuto per il mercato, e non sapeva nulla di fascismo e di comunismo.
Dopo qualche settimana ci fu la festa dei balilla, nel paese, e giunse per l'occasione il comandante provinciale delle camicie nere. I fascisti ed i balilla erano schierati in piazza per la cerimonia, ed il comandante provinciale poneva le solite domande di rito al quale uno per uno, si doveva rispondere "perchè sono fascista!"
Anche il comandante locale, giunto il suo turno, rispose alla domanda, "perchè sono fascista", a squarciagola.
Il comandante provinciale gli rispose: no, tu non sei fascista. Sei un vigliacco che spara alle spalle agli innocenti. Estrasse la pistola e gli piantò una pallottola nella fronte, fra lo sbigottimento generale.
Fatti come questi ne son stati raccontati parecchi, sin dal primo dopoguerra, per lo più a bassavoce, per non incorrere in rappresaglie.
Guareschi stesso fu grande narratore di quella triste umanità.
Il fatto nuovo e problematico, è che Pansa è un giornalista comunista da sempre ligio all'apparatus rosso "ufficiale", che adesso chissà perchè è partito per la tangente.
E questo non è accettabile. Quello che è un semplice libro fra tanti altri che han già bisbigliato le stesse verità, diventa "uno sfregio" alla nostra memoria storica.
Detto da chi marina la scuola e si fa 500 chilometri per mettere su una bella messinscena, con tanto di comunicato stampa successivo, c'è da crederci, per forza.
Bavi ragazzi.
Tanto di cappello al vostro impegno.
Il loro metodo di protesta è INAMMISSIBILE!
Su questo non ci sono "cacchi" che tengano!
Grazie, Massimiliano.
Per me è persin ridicolo, farsi 500 km per dar del rinnegato ad uno come Pansa, pur comprendendo l'indignazione che può suscitare uno "sfregio della memoria".
Tanto più che oggi c'è internet, e puoi dire tutto quel che vuoi a chiunque senza dover fare 500 km, rinunciando alla scuola od al lavoro.
Sarò stucchevole, continuando a ricordare che questo manipolo di coraggiose sentinelle della memoria della resistenza, hanno rinunciato alla scuola od al lavoro, pur di restituire questo libro blasfemo all'autore.
Sarà, ma secondo me era molto molto meglio, più utile e più dignitoso, se ci andavano quel giorno, a lavorare.
grazie enrix
Prego, Massimiliano. Tra l'altro mi son reso conto soltanto ora (vado a singhiozzo, la domenica) che tra gli slogan strillati dai "militants" eccheggiava anche un bel "viva Giorgio Bocca".
La cosa mi ha divertito molto, in quanto io seguo Giorgio Bocca come scrittore e giornalista da decenni, e non perchè lo stimo, anzi.
E' uno di quei personaggi che sulla resistenza e sull'antifascismo si è fatto un bel po' di carriera e di quattrini, e pertanto esattamente il tipo giusto da invocare da parte di un giovanotto militante comunista il quale, non avendo potuto vivere la resistenza, di quel periodo non può che evocarne i feticci più imburrati e riveriti.
Ed è singolare che fra questi feticci, a Bologna salti fuori proprio quello di Giorgio Bocca, con un bel "viva" davanti al Giorgio.
Giorgio Bocca è un "ideologo" nel senso peggiore del termine, afflitto da una mania a senso unico che lo spinge a vedere soltanto il MALE, e a vederlo soltanto da una parte. È fazioso sino all'inverosimile, e colmo di acrimonia, nei suoi libri e nei suoi articoli. Quindi il tipo giusto, per dei militanti che decidono di farsi 500 km per restituire un libro, piuttosto che usare le poste.
Finché il mito della "Resistenza" è stato un mito pagante, cioè per decenni, Bocca ha continuato ad esibire le sue credenziali da "partigiano". Non c'era trasmissione televisiva alla quale partecipasse senza tirarle fuori, prima o poi. In una di queste trasmissioni, inoltre, affermò: "Da partigiano io non ho mai ammazzato nessuno, né Tedeschi né fascisti". In un'intervista pubblicata sull'Espresso del 12/2/04, invece, ammette di avere ucciso a freddo un prigioniero tedesco (Hans). Anche bugiardo, dunque.
E quindi la persona giusta da invocare davanti a quel voltagabbana di Pansa.
Come dire: Traditore di un Pansa, non hai saputo mantenere alta la tua faccia tosta fino alla fine dei tuoi giorni, ed hai preso a raccontar cose che non vanno raccontate. Se tu le hai vedute davvero, dovevi tenertele per te. Impara da Giorgio Bocca, se ne sei capace. Quello si che ha le palle.
Sublime caro Enrico, sublime...
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